BUSI PIETRO (PIERO)
Bergamo, 27 marzo 2020
MARIA PIA, EMANUELA e GIOVANNA con GEROLAMO, CRISTINA e MATTEO addolorati ringraziano tutti coloro che vorranno pregare per lui.
IL SINDACO DA RECORD E UNA MONTAGNA DI CUORE
Appassionatevi
alla vita della comunità, datevi da fare disinteressatamente e onestamente per
il suo benessere qualunque sia l’incarico assunto, anche il più modesto che è
pur sempre importantissimo, e raccomando sempre tenendo al centro dell’operato
amministrativo la persona. E fate ricorso come ho fatto io alla Provvidenza che
ti è vicina se la sai ascoltare e invocare».
Piero
Busi sindaco di Valtorta per 59 anni, un record in Italia, è stato un uomo di
ampio respiro amministrativo testimoniato dai numerosi incarichi che gli
vennero quasi imposti negli anni, a volte per la soluzione di situazioni
difficili quando c’erano da superare criticità: si riconosceva in lui l’uomo
capace di trovare soluzioni che parevano impossibili, l’uomo che sapeva andare
alla ricerca di criticità nascoste riferite in particolare al sociale, alla
persona. Tutto quanto riusciva ad avere
andava per il bene della gente.
Faceva il fornaio «Ol Piero» quando aveva ancora 16 anni. Don Bepo Vavassori , che in quegli anni
frequentava la casa vacanze di Santa Brigida, lo conobbe e gli disse: «Tu sei
sprecato qua. Vieni con me». Busi iniziò le scuole professionali al Patronato.
Da lì nacque una profonda amicizia con don Bepo.
Anni dopo, proprio il sacerdote scrisse alle parrocchie
dell’alta valle: «Affidatevi a Busi per la costruzione della casa di riposo».
C’era un lascito, quello di don Stefano Palla, ma i soldi non bastavano. Busi
riuscì ad avere dai 20 comuni dell’alta valle l’impegno a sostenerle e si realizzò quello che è stato sempre
considerato da Busi il suo tesoro più prezioso. Si edificò così la “sua
creatura” più amata (oltre ovviamente alla moglie Maria Pia Boffelli ed alle
figlie Emanuela e Giovanna): il “Don Palla”, la Casa di Riposo che a Piazza
Brembana dando vita ad un “luogo del cuore” che unisce e rafforza comunità e
generazioni.
Don Bepo Vavassori, avrà una forte incidenza su
tutta la sua vita futura. Da lui, infatti, apprenderà valori che saranno i
binari su cui viaggerà tutta la sua esistenza. Svolge svariati mestieri nel suo
paese fino a quando non viene assunto come impiegato all’Inam (Istituto
Nazionale per l’Assicurazione contro le Malattie) di Bergamo. Inizia la sua carriera politica a 22 anni
come consigliere di minoranza. Diventa sindaco di Valtorta nel 1960 a
27 anni, nell’urgenza di dare risposta ad un disagio fortissimo del paese: i bambini
scendevano da frazioni isolate, non c’erano strade. E iniziarono a chiamarlo il
“Pierino dell’asilo”.
La sua
carriera politica in Valle è stata in continua progressione. Quasi una
cavalcata. Occupa tutti i posti di rilievo nelle istituzioni comunitarie:
Presidente Ussl Valle Brembana, Presidente della Comunità Montana Valle
Brembana, Presidente del Consiglio d’amministrazione dell’Ospedale di San
Giovanni Bianco per ventiquattro anni consecutivi, Presidente del Gal (Gruppo
di Azione Locale).
Apparentemente
burbero, sapeva ascoltare sempre. Poi però decideva lui. «Sono io che devo
metterci la firma», diceva. Aveva veramente nel cuore il suo paese, la valle,
la gente. Un uomo di montagna prima che un politico che ha lavorato per salvare
dallo spopolamento totale il piccolo borgo di Valtorta e gli altri micro-paesi
della vallata alpina
A Valtorta Piero
Busi si rende protagonista di opere vitali. In un elenco
lunghissimo e di fatto impossibile da completare ci sono le strade di
collegamento con le frazioni periferiche del paese, il Museo
Etnografico a Valtorta, gli impianti
sciistici e la creazione, nel 1964, delle Olimpiadi
Scolastiche, occasione per concorrere e confrontarsi senza troppo agonismo, né
competizione, una grande festa che appartiene alla comunità, ai giovani e ai
meno giovani, in cui si respira un buon clima, di pace.
Nelle vesti di Presidente
della Comunità Montana ha realizzato alcune iniziative di rilievo quali:
l’informatizzazione dei comuni della
Comunità Montana; l’Antincendio Boschivo; l’urbanizzazione di
aree destinate ad insediamenti industriali a Zogno, S.Giovanni Bianco, Lenna;
la riorganizzazione dei servizi sociali in forma associata.
Durante la sua presidenza si è trovato a gestire la tragica alluvione
del 1987 e il dopo alluvione, i cui risultati, in particolare la
viabilità vallare e la messa in sicurezza dell’alveo del Brembo lungo tutte le
sue diramazioni, sono tuttora segni evidenti di una buona e lungimirante
gestione.
Ha gestito miliardi di lire e milioni di euro. Ma lui era
sempre al verde, continuava a chiedere prestiti. I soldi che aveva li dava alla
comunità. Una volta venne inviato un funzionario da Roma per fare controlli
sulla gestione dei fondi nella sanità in Valle Brembana. Busi era presidente
del Centro sanitario di zona e poi dell’ospedale. Era un periodo in cui la
sinistra gli faceva anche le pulci e in cui tutte le Aziende sanitarie erano
indebitate. Arrivò il funzionario: anziché trovare un «buco» nelle casse, trovò
un avanzo di cento milioni di lire. «Non si preoccupi, – disse Busi – sappiamo
già come spenderli».
Tanti gli episodi che ricordano gli amici in cui si
riconosce, oltre all’intelligenza e alla scaltrezza, la sua grande carica empatica:
come quella volta a Milano che era finito nei guai perché per strada si era
fermato ad ascoltare una persona che si stava drogando, oppure quando si trovò
a risolvere un problema al Convitto dell’Alberghiero di San Pellegrino. Lui cosa
fece? Invitò le studentesse a una cena per capire il problema. E quella volta
che in valle quattro dializzati dovevano andare a Bergamo perché l’ospedale di
San Giovanni Bianco non era ancora attrezzato. Ebbene, in poco tempo, trovò i
soldi e il modo di aprire una sala per la dialisi in valle.
Il 4 maggio 2019
Valtorta, in coincidenza con il suo addio all’attività amministrativa, gli ha
dedicato un a festa rimasta nella storia. Una mattinata gioiosa, benedetta dal
sole primaverile e dall’affetto di un’intera comunità. All’ingresso del centro
storico era stato posto uno striscione con la scritta «Vale più un grammo di
esempio di un quintale di parole», vero e proprio motto di
Piero Busi. Al suo fianco
c’era un’intera Valle, con don Angelo Longaretti (storico parroco di Valtorta
che con lui inaugurò il Museo), Abramo Milesi (maestro casaro), Giambattista
Busi, al suo fianco in municipio e nell’organizzazione delle Olimpiadi. C’erano
stati premi e sorprese, il discorso di Antonio Regazzoni, suo successore alla
carica di sindaco ed anche la scoperta di una targa in pietra sulla piazza
della chiesa. In chiesa il parroco don Simone Lanfranchi aveva presentato la
statua di cera della Madonna del Rosario donata a Busi dalle monache di Zogno e
a sua volta donata alla parrocchia, poi collocata nella chiesa di Sant’Antonio
abate in contrada Torre. Insieme a tante opere, resterà come ricordo perenne di
un grande Gogis, legato alla sua terra, alla sua gente ed alla
Divina Provvidenza.
Il Ricordo
Amici e Parenti
Sei stato un esempio per tutti i valligiani e noi oriundi. Riposa in pace
Una vita per la montagna...
R.i.P
Grazie di cuore per tutto quello che hai fatto per la nostra valle e la nostra gente, indimenticabile Piero.